L’accesso alla giustizia rappresenta, almeno sul piano formale, una garanzia costituzionale del nostro ordinamento. Nel concreto, tuttavia, alla facoltà di fare valere propri diritti si frappongono diversi ostacoli di carattere materiale, basti pensare ai costi e ai tempi delle procedure. Questo problema investe, prima di ogni altra categoria, quella dei consumatori (soprattutto meno abbienti). Come vedremo, gli stessi sono infatti scoraggiati a intentare una causa anche in presenza di un chiaro vizio del bene acquistato. Per rispondere a questo fenomeno di desistenza, il quale conduce, in ultima analisi, a una serie di diritti incompiuti, anche il nostro Cantone potrebbe adottare una misura concreta: la gratuità della procedura giudiziaria per le azioni derivanti da contratti conclusi con consumatori.
Benché la procedura civile competa alla Confederazione, sono i Cantoni a stabilire le tariffe per le spese giudiziarie. In questo campo, la legislazione ticinese non prevede un regime diverso per i contratti di consumo rispetto agli altri casi della giustizia civile, che sono così assoggettati tutti alle medesime spese. Ciononostante, questo sistema non è l’unico esistente nel nostro Paese. Al contrario, nei Cantoni di Ginevra e Vaud non viene prelevata alcuna tassa di giustizia per le procedure originate da contratti di consumo (fino a una certa soglia). Altrimenti detto, nell’ambito delle prestazioni usuali destinate al fabbisogno personale, le quali sono offerte dall’altra parte a titolo commerciale, il compratore sarebbe esentato dalle spese processuali: parliamo ad esempio di apparecchi informatici, elettrodomestici, leasing, ecc. Quale conseguenza, al consumatore verrebbero accollate soltanto le spese ripetibili, legate a un’eventuale rappresentanza legale. In questo modo, il concetto di una ‘’procedura civile sociale’’, già esistente a livello federale per le controversie di diritto del lavoro (per le quali non vengono addossate spese processuali), si trova esteso anche ai contratti di consumo. Da notare che, dove una simile gratuità è stata introdotta, non si è verificato alcun intasamento della giustizia, ma piuttosto una maggiore equità nelle procedure.
Alla base di questo correttivo vi è la constatazione che, anche tra le parti a un contratto di consumo, sussista uno squilibrio che dovrebbe venire compensato da maggiori tutele per quella debole. Non a caso, bisogna ricordare che è la Costituzione stessa ad attribuire particolare importanza proprio alla protezione dei consumatori (art. 97 Cost.). Se a scoraggiare un’azione della parte lesa è anche il fattore finanziario, ecco allora che la gratuità della procedura giudiziaria, almeno in prima istanza, andrebbe a sopprimere un ostacolo notevole per potere accedere alla giustizia. Queste cause comportano infatti dei costi già non trascurabili, ai quali si aggiunge un rischio concreto, in caso di soccombenza, di vedersi accollate anche le spese della controparte. Seppure avendo elevate probabilità di successo è inoltre possibile che, tra il valore litigioso e le spese previste (sovente anticipate), si presenti una disproporzione eccessiva. Inutile quindi dire che, nella pratica, questi sono tutti elementi che trattengono un consumatore medio dal fare valere i propri diritti.
Come previsto in altri Cantoni, sarebbe pertanto auspicabile che anche il Ticino sancisse la gratuità della procedura giudiziaria per i consumatori. Da una parte, essa contribuirebbe a concretizzare i diritti di questa importante categoria, i quali, nel contesto attuale, rischiano di trovarsi frustrati da pressanti ostacoli finanziari; dall’altra, potrebbe anche prevenire gli abusi dei produttori senza scrupoli, che ora possono contare sull’inazione di molti compratori: una speculazione inaccettabile, che sarebbe almeno attenuata dalla misura proposta. Venendo incontro ai bisogni dei consumatori, si tratterebbe insomma di un piccolo passo, ma concreto e praticabile, che il nostro Cantone potrebbe compiere per garantire una giustizia più accessibile: un rinnovamento democratico delle istituzioni passa anche da questo.
Edoardo Cappelletti
Candidato del Partito Comunista al Consiglio di Stato e al Gran Consiglio