Un trittico di tre giorni, spaziando da Tirano a Bormio, per scendere a Livigno con una puntatina a Poschiavo. Una regione di tradizione contadina votata da anni al turismo di eccellenza. Una trasformazione mentale che ha ridato economia ad una regione che solo trenta anni fa era semplicemente una terra dove il commercio era fine a se stesso e l’agricoltura dava da vivere a molti. Terra dai vigneti nobili, pensiamo al Sassella o all’Inferno, tanto per citarne alcuni, che gustati con i piatti di tradizione della regione sposano i sapori delel pietanze a meraviglia. In ogni ristorante in cui ci siamo fermati abbiamo trovato una gastronomia straordinaria, un’accoglienza come deve essere e sempre, diciamo sempre, il sorriso su chi era preposto al servizio. Per poi gustarci i piatti tipici dei Pizzoccheri, ma non solo, della breasaola e di altre diavolerie gastronomiche legate tutti ai prodotti della terra a chilometro zero, con qualche uscita dai confini territoriali, ma sempre con un legante sul terroir. Una sera poi, ci siamo emozionati, perché la cucina è emozione e la si deve vivere prima con gli occhi e poi con il gusto, in un ristorante a Livigno, piccolo, a conduzione famigliare dove sulla carta in prima pagina si cita: ”Cucinare è come amare … o ci si abbandona completamente o ci si rinuncia”. Tanto per far capire a chi entra e si siede, l’ambiente in cui si trova. Amore, dedizione e passione. Un piatto antipasto con salmone farcito di mele valtellinesi, con una salsina agrodolce ai frutti di bosco. Il primo impatto è stato di guardarci in giro e farci dare un pizzicotto per renderci conto che non eravamo in un Hotel 6 stelle ma in un ristorante di Livigno, a conduzione famigliare. Emozionante e straordinaria la miscela vista-gusto che meritava un attimo di riflessione dopo ogni boccone. Un’emozione trasparita anche ai compagni di cena, i quali con il massimo rispetto hanno seguito questo attimo di massimo godimento gastronomico. Ma non è finita qui. Continuando la cena, chi con filettino di cervo, chi con la tagliata di manzo, il tutto accompagnato da un’ottima polenta Taragna, chi invece ha scelto i soliti Pizzoccheri accompagnati dal pepe nero secondo un’antica ricetta del luogo, tenuta con gelosia nella memoria storica degli avi, ha potuto godere non solo del proprio piatto, ma anche di quello del vicino, in quanto ogni pietanza aveva una sua ben precisa fisionomia e un grande piacere nel colpo d’occhio. Il tutto in un discorso soave iniziato e tenuto in sintonia con la storia stessa della tradizione gastronomica locale. Il dessert poi è stato un sussegguirsi di scoppiettanti emozioni visive e non solo, tanto da capire come in questo ristorante, prima ancora della cucina, il condimento principale e filo conduttore è l’amore per l’ospite e il dare il meglio di se stessi affinché l’ospite venga coccolato ed entusiasmato. Alla fine della cena, sazi oltre ogni limite, perché questa cucina oltre che eccellere nella presentazione eccedeva anche nella quantità, la cameriera, figlia del titolare, ci ha offerto un buon ”latte di cerva”. Un’usanza loro nell’ offrire agli ospiti, in un contenuto di tradizione contadina, burriera antica ”penagia” adattata allo scopo, un liquore con i mirtilli sotto grappa. Un rito di buon auspicio in felicità, salute e soldi. Il tutto per la gioia degli ospiti e quello che ci ha maggiormente colpiti, la gioia dell’oste nel vedere felice il suo ospite. Sono queste le sensazioni che fanno di un grande ristorante un eccellente ristorante, tanto da esserci ripromessi, quanto prima, di ritornare sul luogo del godimento per ripetere, con altre persone, la nostra stessa sensazione dell’emozionarci mangiando !
Stiamo parlando del ristorante Pepe Nero da Giuliano, in via Plan 379 f a Livigno, numero telefonico 0342 996 352 oppure il cellulare +39 333 983 34 56 come anche la mail: pepenerodagiuliano@hotmail.it
Tra l’altro confermiamo che anche nel nostro Ticino vi sono parecchi ristoranti che fanno dell’ospite il loro punto focale, e proprio per questo sono riconosciuti e molto ben frequentati.