Come sempre in occasione di un oggetto in votazione ecco che le fazioni dei favorevoli e dei contrari alzano i toni. Lo alzano con minacce mediatiche e catastrofiche. Naturalmente non con temi alla mano dimostrabili, ma chi per il si e chi per il no solo per propri interessi personali (di pagnotta). E come sempre non vogliamo intervenire nel merito, ma constatare come chi alza di più la voce e ci fa vedere un panorama catastrofico, usa termini e mezzi anche emotivi per cercare di perorare la propria causa. Anche le vittime di tragedie vengono messe in ballo, perché per alcuni tutto giustifica tutto. Ci sono situazioni in Ticino ben peggiori che vengono solo sfiorate e se guardate bene alcuni temi vengono perorati per gruppi di persone privilegiate. Mai che si va oltre alle semplici constatazioni sul fatto che vi siano 100 mila persone che nel nostro cantone non riescono a pagare i premi delle cassa malattie, mai si va oltre ai 65 mila frontalieri, mai si va oltre ad una scuola di livello basso, mai si va oltre ai residenti che non arrivano a fine mese con soluzioni non da cerotto ma strutturali. Poi quando mediaticamente un tema è appetibile ma salvaguarda solo piccole caste di privilegiati ecco scendere in pista i pezzi da novanta (parliamo di parlamentari e lobby). Questa esagerazione nel voler convincere il popolo a votare come vogliono loro, potrebbe avere effetto contrario. I vecchi, dicevano che se si insisteva troppo su un tema, significava che qualcosa non quadrava e allora bisognava votare in maniera opposta, anche se magari questo non era il miglior voto espresso. Noi abbiamo sempre adottato questo sistema, in particolare su qui temi che ci vengono esposti in politichese con l’unico vero traguardo di non far capire il tema stesso. (ETC/rb)
La storia ci insegna: ogni volta che ci hanno pitturato scenari da cataclisma e il popolo ha smentito il volere calato dall’alto, nulla è successo ed oggi siamo ancora una delle Nazioni più belle in cui si vive!