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Care amiche, cari amici, buona domenica!
Tantissimi auguroni alla mia mamma e a tutte le mamme che quotidianamente e con grandi sacrifici crescono amorevolmente i loro figli e le loro figlie. Ma anche un abbraccio forte a tutte le figlie e i figli che oggi sentiranno ancora di più la mancanza della mamma.
E magari per un po’ smettiamola con le provocazioni inutili, come quella di cancellare la festa edlla mamma e del papà, in nome di una presunta inclusione: l’inclusione passa dal rispetto, non dal rinnegare le nostre tradizioni.
Sintesi della settimana ed evoluzione
La nostra informazione domenicale dell’Economia con Amalia dando un’occhiata all’economia internazionale. Questa settimana i dati dell’ufficio nazionale di statistica del Regno Unito hanno evidenziato una crescita del prodotto interno lordo (PIL) nel primo trimestre del 2024 dello 0.6% rispetto al trimestre precedente. Questo porta ufficialmente la Gran Bretagna fuori dalla recessione (nei due trimestri precedenti la crescita del PIL era stata negativa). Su base annua, la crescita è stata di +0.7%, decisamente superiore allo 0.2% stimato dagli analisti. Anche in questo caso però la crescita non è uniforme e ci sono settori in salute e altri che soffrono. Tra i primi si registra un buon andamento dei servizi accompagnati da una crescita della fiducia dei consumatori che quindi si mostrano più disponibili a spendere. Al contrario, i dati mostrano un settore dell’edilizia ancora in grosse difficoltà. Questo può essere messo in relazione anche all’impoverimento dei cittadini britannici il cui tenore di vita si è notevolmente ridotto rispetto all’anno scorso. In effetti, il PIL pro-capite (PIL diviso il numero degli abitanti) risulta più basso dello 0.7%. E purtroppo le prospettive per la crescita di quest’anno e del prossimo anno rimangano piuttosto basse. Forse tali considerazioni hanno spinto la Banca d’Inghilterra (BoE) a mantenere inalterati i tassi di interesse che rimangono confermati al 5.25%. Decisione contraria rispetto al vento alimentato da alcuni paesi in Europa e che vorrebbero una riduzione da parte della banca centrale europea (BCE) in giugno.
E chi invece, non cambia, ma al contrario, fa un tuffo nel passato è Nokia presentando il suo “nuovo” telefonino. Molti di voi sono pronti a correggermi dicendomi che dovrei parlare di smartphone, ma in realtà la rivoluzione riguarda proprio i cari vecchi telefonini. È notizia di questi giorni che dopo ben 25 anni dalla nascita del famoso Nokia 3210, l’azienda è pronta a lanciare un nuovo cellulare che ha tra le sue caratteristiche proprio il design di quello del 1999. Allora questo telefonino era stato tra i più venduti e rappresentava una novità assoluta: era un cellulare tascabile e compatto, che aveva un’antenna integrata e che presentava la grandissima novità – per allora- di avere un sistema di scrittura facilitata (T9) che ai nostri giorni appare scontata, ma che per questi tempi fu una vera innovazione. All’interno del telefono c’erano tre giochi con cui molti giovani occupavano il loro tempo nei tragitti sui mezzi pubblici per andare a scuola. Il prezzo, ma soprattutto l’indistruttibilità di questo telefono, rappresentarono i punti forti che gli consentirono di diventare uno dei telefoni tra i più venduti. E oggi, HDM Global (che è il concessionario esclusivo del marchio Nokia per telefoni e tablet) annuncia l’uscita sul mercato del “nuovo” Nokia 3210. Il telefono riprende non solo il design, ma anche lo spirito del modello del 1999: se è vero che si potrà viaggiare nel web grazie alla rete 4G, che si usufruirà di un display a colori e di una buona fotocamera, l’uso principale di questo telefono è quello di telefonare. Ad un prezzo di circa 100 CHF sarà quindi possibile rimanere in contatto con i nostri amici con le conversazioni e i messaggi, disintossicandoci un po’ dall’abuso dei social. E chissà che anche questa volta Nokia non abbia compreso in anticipo rispetto ai concorrenti una tendenza che si rivelerà vincente nei prossimi anni, soprattutto nel mercato dei giovani.
Al contrario, c’è chi invece ha provato a fare della distruzione del passato il tema del lancio del suo nuovo prodotto, senza però trarre grandi benefici, anzi. Parliamo di Apple che qualche giorno fa dopo grandi polemiche ha deciso di ritirare il suo nuovo spot pubblicitario dell’iPad. Lo spot televisivo durava un minuto e rappresentava una pressa idraulica che schiacciava una serie di oggetti ritenuti “superati” come strumenti musicali, giradischi, pennelli e tempere, videogiochi, macchine fotografiche, libri, … per poi concludersi con l’apparizione del nuovo iPad. Il significato dello spot era che il nuovo strumento tecnologico poteva sostituire in un solo oggetto decine e decine di strumenti. Ma la maggioranza dei consumatori ha ritenuto questa pubblicità negativa e anzi una buona parte l’ha anche trovata in contrapposizione allo spirito creativo che ha sempre contraddistinto Apple. L’azienda ha deciso quindi di ritirare lo spot dopo poco. Se poi paragoniamo questa narrazione alla notizia uscita qualche giorno dopo che Apple starebbe contrattando un accordo con OpenAI per integrare sul prossimo sistema operativo per l’iPhone le funzioni di ChatGPT, ci pare proprio che i responsabili del marketing siano un po’ confusi. Non crediamo proprio che sia necessario cancellare il passato per apparire innovativi, anzi. Il passato ci aiuta proprio a comprendere il presente per anticipare il futuro, anche in economia.
E chiudiamo con il nostro articolo settimanale “L’Unione Europea pensa mentre la Cina fa”. Il viaggio del presidente cinese Xi Jiping in Europa è finito e sicuramente lui può dirsi soddisfatto poiché ha rafforzato i legami commerciali con Francia, Serbia e Ungheria. Lo stesso purtroppo non può dirlo l’Unione Europea che ancora una volta ha mostrato debolezza nella sua politica internazionale causata in parte da una mancanza di una vera leadership. E mentre il vecchio continente si ostina a cercare di ostacolare legalmente le importazioni cinesi, la Cina apre colossi industriali all’interno dei suoi confini. Come più volte sostenuto, per progredire bisogna fare e purtroppo l’Europa sembra ben lontana dall’averlo capito: all’orizzonte non sembra esserci nessun chiaro programma di recupero della cara vecchia industria.
Trovate qui gli articoli della settimana
L’Unione Europea pensa mentre la Cina fa
Se vi siete persi gli articoli delle scorse settimane, eccoli:
L’importante differenza fra ricchezza e benessere
Politica: Giù le mani dalla Banca Nazionale Svizzera
Svizzera La crisi mondiale si fa sentire anche in Svizzera
Ticino: sempre più poveri e infelici
Salari in Ticino: tutti giù per terra
Pensiamo ad una nuova AVS
120 secondi
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L’Economario – il vocabolario di economia
Vi ricordiamo che il nostro vocabolario di economia vi spiega in parole molto semplici, temi apparentemente complessi e soprattutto perché sono importanti nella nostra vita di tutti i giorni. Inflazione, PIL, consumi, commercio estero, disoccupazione: temi in apparenza complessi che vengono spiegati con parole semplici.
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L’Unione Europea pensa mentre la Cina fa
L’importante differenza fra ricchezza e benessere
Politica: Giù le mani dalla Banca Nazionale Svizzera
La crisi mondiale si fa sentire anche in Svizzera
Ticino: sempre più poveri e infelici
Salari in Ticino: tutti giù per terra
In attesa di quello che ci riserverà l’economia la prossima settimana, vi auguro una splendida domenica!
Un caro abbraccio,
Amalia Mirante