L’inaugurazione di Castellinaria per questo 2017, è avvenuta sotto il segno dell’UNICEF, che, per il 30 anniversario di questa rassegna di cinema giovane, torna come patrocinatore.
>>>> Traguardo quindi importante, che viene celebrato, anche se come si è detto non è la celebrazione l’intento, proiettando sera per sera, prima del film delle 20.30, filmati di archivio con interviste e immagini di repertorio di questi favolosi 30 anni; tra i quali antichi TG a partire da quando la manifestazione si chiamava Film Festival Ragazzi.
>>> Ed eccolo lì dunque, tutti i volti che vi hanno ruotato attorno. Ricordando che lo scopo di Castellinaria è stato partire dal Ticino per poi rivolgersi alla Svizzera e infine abbracciare il mondo intero.
>>>> Commozione quindi per Zappoli e Buscaglia. Nel rammentare l’evoluzione di un festival che da subito ha fatto entrare il cinema dalla porta principale delle scuole.
>>>> E se all’inizio si era trattato dell’infanzia con il primo concorso, ecco far capolino il secondo concorso per le superiori e poi ancora un terzo per i cortometraggi, per via via arricchire Castellinaria con atelier di vario genere, volto a far testare il cinema sul campo ai ragazzi. Infine, si è assistito ad una carrellata di tutti i sindaci di Bellinzona, a partire da Augustoni primo sindaco che ha abbracciato Castellinaria, passando per Martignoni, coinvolti nella rassegna.
>>>> “Lampi di memoria” per ricordare e mostrare cosa Castellinaria è diventato.
>>>> Sul palco Zappoli, a ricordare al pubblico le due mostre allestite per questo trentesimo: tra cui una di foto di bimbi che raccontano se stessi nelle guerre; non Foto di reporter dunque, ma l’occhio del bambino che vive tutto l’orrore della guerra.
>>>> Infine, la Mostra sull’animazione e la sua storia. È proprio l’animazione è in un certo senso protagonista di questo 2017, che vede come ospite e padrino Maurizio Nichetti.
>>>> Secondo padrino, Michel Fuzellier.
>>>> Quest’ultimo regista del film d’animazione del 2015, “Iqbal-Bambini senza paura”.
>>>> Insieme a Nichetti, ha poi creato “Volere Volare”. Di Nichetti, che quest’anno ha presentato poco prima della cerimonia d’apertura, la propria biografia al pubblico di Castellinaria, Fuzellier ha ricordato come sia stato in realtà il primo a livello mondiale, ad aver avuto l’idea di mischiare animazione ad attori in carne ed ossa.
>>>> Purtroppo però, questa idea fu apprezzata nell’ambiente solo quando fu prodotto un personaggio di nome Roger Rabbit. Le obiezioni sollevate dai produttori dell’epoca furono completamente ribaltate dal successo di “Chi ha incastrato Rabbit?”. Oggi si sa che con animazione si può raccontare anche storie dure. Che l’impiego moderno del Virtuale rende impalpabile il confine tra reale e l’irreale. E che l’animazione può coinvolgere anche un pubblico adulto.
>>> Passiamo dunque ai film d’apertura della prima serata di Castellinaria.
>>> È stato prima proiettato un filmato con interviste e registrazioni musicali ad opera degli specialisti che lavorano per la Filarmonica giovanile di Parigi.
>>> Nel video sono stati illustrati gli effetti benefici formativi e pedagogici della musica su giovani e giovanissimi.
>>> Ciò per meglio comprendere il film che sarebbe stato proiettato da lì a poco. La musica aiuta a lavorare sul corpo, sulla mente, sul carattere e sull’empatia.
>>> Eccoci quindi al primo film.
>>> “LA MELODIE”, regia di Rachid Hami, Francia, 2017, 102′. Concorso 16-20.
>>> Già in apertura del film, ciò che subito colpisce è la profonda multiculturalita’ che traspare dalla scuola. Protagonista sarà comunque una classe parecchio indisciplinata alla quale la direzione ha assegnato un educatore. Qui approderà un musicista rimasto disoccupato al quale è stato offerto un posto di maestro di violino. L’obiettivo sarà quello di usare la musica per insegnare a questi ragazzini a rispettarsi e a lavorare in gruppo.
>>> I presupposti non sono facili: per l’insegnante si tratta di un ripiego e insegnare a dei ragazzi svogliati e rumorosi non lo appaga. Fino al momento in cui scorgerà il musetto di Arnold appiccicato al vetro: vero appassionato di violino ma con una mamma sola e in difficoltà, egli brama l’apprendimento e coltiva una sincera passione. Il maestro subito lo recluta e lo elegge a proprio preferito.
>>> Sarà un percorso lungo e irto di ostacoli, durante il quale tutti, incluso il maestro, dovranno imparare a mettere da parte se stessi per lasciar spazio alla sola musica. Il finale culminerà premiando chi davvero ama il violino e merita di calcare il palco della Filarmonica. Forse un film poco realistico ma armonioso e poetico.>> SECONDA GIORNATA.
>> “M”, regia di Sara Forestier, Francia 2017, 100′. Concorso 16-20.
>> Lila è una adolescente derisa dai compagni a causa dei suoi problemi di comunicazione a voce.
>> Il suo unico modo per farsi capire è la scrittura. In realtà, la sua paura è dovuta alla balbuzie che l’affligge ma è una ragazza di profonda intelligenza e sensibilità.
>> Ad aiutarla, apparirà nella sua vita un nuovo amico: Mo.
>> Mo farà di tutto per costringerla a parlare. Comincerà ad organizzare sistemi e trucchi sempre più incredibili. Sempre lui le insegnerà la cosa più importante di tutte:
>> imparare a vivere per come si è, accettando se stessa e dando meno peso al giudizio degli altri.
>> Questa comunanza e fusione d’anime favorirà lo sbocciare di un grande e sincero amore.
>> La scoperta più importante si avrà però verso metà storia: Mo nasconde un segreto che lo fa sentire ogni giorno umiliato. Non ha mai potuto imparare a leggere e scrivere. Inoltre, il rifiuto della madre ancora oggi annienta la sua autostima.
>> Si comprenderà infine che due difficoltà che si incontrano, possono risolvere ogni problema.
>> Ma solo se l’orgoglio non ne resta troppo ferito e lascia spazio al perdono.
>> Prima della pellicola delle 20.30 della seconda giornata, sono state presentate le giurie:
>> Giuria 6-15
>> Ossia le scuole medie ticinesi e milanesi.
>> Giuria 16-20.
>> Ossia con i ragazzi delle Scuole superiori.
>> Giuria Fuori le Mura.
>> Con i ragazzi degli altri cantoni.
>> “Confino”, cortometraggio di animazione senza dialoghi di Nico Bonomolo. Italia, 2016. 11′. Fuori concorso.
>> Breve storia che si svolge in Sicilia in epoca fascista. Protagonista un piccolo grande artista che userà la propria arte per mettere in ombra il potere di Mussolini. Pagherà con l’esilio in solitudine che tenterà di sopportare facendo capo alla propria fantasia. Ma il destino ha ancora in serbo per lui delle sorprese e la salvezza. L’arte contro i tiranni.
>> “The Teacher”, regia di Jan Hrebejk, Slovacchia e Repubblica Ceca, 2016, 102′. Fuori concorso.
>> Come ci ricorda una lavagna, ci troviamo catapultati nel lontano 1983 a Bratislava. A contribuire una fotografia che riflette molto bene il periodo.
>> La storia racconta di una docente di prima classe delle superiori che si presenterà indagando sul mestiere di ciascun allievo della classe.
>> In realtà, ben presto le famiglie dovranno capire l’antifona: se vogliono che i figli facciano strada con un buon curriculum scolastico, ogni genitore dovrà aiutare la docente in qualche sua esigenza!
>> Vengono così perfettamente illustrate le insidie di un sistema dove si è per forza onesti solo in base alla carica che si ricopre. Veramente ci si può considerare “compagni” in una società in cui il diritto allo scambio è ormai diventato abuso legalizzato?
>> Scatterà la ricerca della verità quando i pochi ribelli si vedono escludere da buoni voti.
>> L’irritante e infida docente terrà in scacco una intera comunità, fino alla conclusione della lunga indagine collegiale che ne seguirà, infarcita di detti e non detti e di innumerevoli e sottili ambiguità.
>> Il film è stato capace di suscitare molti sussulti di malcelato odio nel pubblico presente… Geniale e interessante.RIASSUNTO TERZA GIORNATA.
> “Romans d’adultes vol. 1”, di Beatrice Bakhti e Nasser Bakhti. CH, 2017. 86′.
> Fuori concorso.
> Si tratta di un progetto che ha dato la luce a una sorta di documentario/reality sulle vite di alcuni giovani svizzeri di lingua francese (e delle loro famiglie), che hanno accettato di essere seguiti dalle telecamere da quando erano preadolescenti, passando per l’ingresso all’adolescenza vera e propria, fino allo sbarco dell’età adulta. Questi giovani affronteranno varie problematiche come la droga, il primo rapporto sessuale, la solitudine come crescita e l’omosessualità. Con tutto ciò che queste esperienze hanno comportato nelle loro vite. Si tratta dunque di un desiderio di uscita allo scoperto. In parte per essere d’aiuto ad altri giovani e in parte, per elaborare loro stessi tanta sofferenza sperimentata. Si parla però anche di scelte di vita, di rapporto ed emancipazione con/dai genitori, di sviluppo di identità, così come di ingresso nel mondo del lavoro e della consapevolezza come cittadini. Un lavoro interessante che ci offre uno spaccato sui giovani adulti, sulla Svizzera e sul mondo intero.
> “Cuori puri”, regia di Roberto De Paolis. Italia, 2017. 115′. Concorso 16-20.
> Il film ruota attorno all’influenza che una religione ancora oggi può esercitare nella vita delle persone. Assistiamo così ad una mamma single bisognosa di appoggio, che lo trova in una comunità cristiana dedita a Gesù, che diventa una sorta di famiglia allargata che accoglie, aiuta e sostiene. Colei che più ne subirà l’ingerenza e’ la di lei figlia, la quasi diciottenne Agnese. La ragazza è buona, ubbidiente e sottomessa. Tuttavia, non del tutto esente dalle tentazioni del mondo. Proprio per questo, la madre si illude di tenerla meglio sotto controllo, iscrivendola al movimento dei “Cuori puri”. Questo gruppo predica come valore e capisaldo, il mantenimento della verginità fino al matrimonio. Assistiamo così all’imposizione da medio evo alla giovane di umilianti visite ginecologiche di “verifica”.
> Ma sarà tutto inutile. Agnese consumerà il primo rapporto con il suo primo amore, Stefano, un altro giovane che ha sperimentato povertà, abbandono e delinquenza, ma in fondo dal cuore buono e generoso. Il film è crudo, e peraltro ho trovato di cattivo gusto, umilianti e sgradevoli le fin troppo esagerate esposizioni di parti intime fintamente “insanguinante” della giovane attrice protagonista.
> Il finale è secco e sconcertante: Agnese, che da principio si era sentita “sdoganata” proprio dal giovane sacerdote della comunità, quando quest’ultimo ha ricordato che Gesù “sa che non è facile e ci accetta con i nostri sbagli”; poco dopo, inizia però a sentire la vergogna e il senso di colpa: come affronterà le ire della madre? La giovane darà quindi la “colpa” di uno stupro inventato ad un giovane rom, della comunità presso la quale prestava servizio da volontaria! Squallida, sorpassata e demenziale parabola sulle apparenze che di divino hanno ben poco, di fallimenti umani e sociali, di miseria che colpisce italiani quanto zingari, facendo da sfondo ad una triste lotta tra poveri. “Ringrazio” De Paolis per aver portato sullo schermo, un film dove l’ignoranza, la bruttura e l’ipocrisia che ancora governano alcuni gruppi della società italiana, la fanno da padrone, offrendo a tutto il mondo il peggio del Belpaese…
> RIASSUNTO QUARTA GIORNATA.
> Proiezione seconda ed ultima parte “Romans d’adultes vol. 2”, di Beatrice Bakhti e Nasser Bakhti, CH, 2017. 86′. Fuori concorso.
> Gli stessi giovani protagonisti del documentario/reality, fanno pace con il passato e volgono lo sguardo al futuro.
> “Lean on Pete”, regia di Andrew Haigh, UK 2017, 122′. Concorso 16-20.
> Il giovane Charlie vive con il padre, uno scavezzacollo buono ma irresponsabile che finirà per pagare con la vita la propria superficialità, in un accoltellamento per poche banconote. Charlie reagirà subito e piuttosto che finire in mano agli assistenti sociali, seguirà dapprima la sua neonata passione per i cavalli, per poi fuggire a piedi con uno di questi, per salvarlo dal macello.
> È bello il suo rapporto con l’animale, al quale, in una lunga attraversata del deserto, confiderà tutta la sua giovane e “dolorante” vita. Nei jeans, la cintura del padre che rappresenta quasi un testamento: ad ogni lungo viaggio che egli aveva compiuto, vi aveva aggiunto un disegno. Purtroppo anche il cavallo lo abbandonerà presto, morendo. Nuova delusione e dolore per Charlie, che in lui aveva investito tutto quanto.
> Il ragazzo passerà quindi per innumerevoli incontri, scontri e passaggi, guardandosi ogni volta simbolicamente allo specchio, cogliendo sul proprio volto i segni dei cambiamenti in se stesso.
> Per fortuna, ad attenderlo sul finire del percorso, una amorevole zia, forse l’unica vera adulta della sua vita.
> Metafora del faticoso viaggio della crescita.
Video della presentazione di Maurizio Nichetti a Castellinaria:
https://www.facebook.com/IntervisteFotoByMonnalisa/videos/1623299557727965/
Articolo, recensioni e materiale di Monica Mazzei
addetta stampa eventi ETiCinforma.ch
monica.mazzei.eventi@gmail.com