Buona sera, vi prego di leggere questa lettera della Federazione di Tiro e di farla circolare più possibile tra i vostri conoscenti e clienti. La Direttiva UE che, se adottata in Svizzera, porterebbe al generalizzato disarmo dei cittadini è una reale minaccia in quanto il CF, mentendo grossolanamente, la presenta all’opinione pubblica come un fatto minore, una piccola necessità per non irritare l’Unione Europea. La realtà è molto diversa, basta leggere il testo originale della direttiva. Evidentemente anche da noi il libero cittadino armato, un tempo orgoglio nazionale e garanzia delle libertà democratiche, preoccupa chi lo vede come un ostacolo ai propri interessi. Nel suo libro sulla democrazia, Jaques Rancière sviluppa, in modo molto pertinente, l’idea secondo cui “l’odio della democrazia” caratterizza oggi le élite al potere in Occidente, le quali cercano con ogni mezzo di scongiurare lo spettro di un potere del popolo che contesti l’ordine delle cose esistente. D’altra parte, già negli anni ’70, i dirigenti della Commissione Trilaterale (che raduna alcuni degli uomini più potenti dell’economia globale) si erano chiesti come lottare contro gli “eccessi di democrazia”, essendo convinti che la democrazia è governabile solo quando il popolo non ha più i mezzi per farsi ascoltare. In questa nuova fase storica, che potremmo definire post-democratica, il libero cittadino colto e consapevole è dunque una minaccia, a maggior ragione se armato. La Svizzera è ampiamente interessata da questo fenomeno. Parlare di Destra e di Sinistra, anche da noi, ha sempre meno senso: come è infatti possibile che la Consigliera Federale socialista Sommaruga possa portare in parlamento la proposta di disarmare il popolo svizzero sulla base di una decisione straniera senza che i suoi colleghi UDC, Liberali e PPD si oppongano? Non è con il voto di maggioranza dei suoi membri che il Consiglio Federale prende le sue decisioni? La triste verità è che la sola distinzione possibile oggi è tra coloro che ancora riconoscono e rispettano la sovranità del Popolo e coloro che la rifiutano e la tradiscono. Il Popolo si è già espresso a più riprese negli ultimi anni sulla questione delle armi ed ha sempre rifiutato un inasprimento delle leggi che le riguardano, ma il CF non sembra tenerne conto e non è detto che le camere Federali lo facciano. Conviene dunque cominciare a seminare in vista di una molto probabile raccolta di firme per un referendum. Vi ringrazio e vi porgo i miei più cordiali saluti.
Dr. med. Pio Eugenio Fontana
Presidente
Libertà e Valori.ch