Due eventi hanno contraddistinto la giornata di oggi su fronte della legge LIA. Infatti oggi io un artigiano ticinese a mie spese sono andato a Bellinzona a perorare l’abolizione della legge che doveva salvarmi dai padroncini (che hanno il solo difetto di rispondere alle nostre chiamate). Mentre la direttrice della legge anti padroncini probabilmente a carico della stessa era a Varese quale relatrice alla Academy Lavorare in Ticino. Comunque oggi la commissione petizione e ricorsi mi ha ricevuto alle 10.30 e mi ha ascoltato con sincero interesse fino alle 11.30 per questo gli sono grato e li ringrazio molto. Soprattutto perché mi hanno dato l’opportunità di dimostrargli oggettivamente (ammesso c’è ne fosse ancora bisogno), che la legge LIA è da abrogare al più presto possibile, in primo luogo perché è anticostituzionale e mina la libertà economica dunque il futuro dei nostri figli. Inoltre i fini che persegue la LIA sono già coperti da leggi e regolamenti preesistenti. La LIA all’evidenza dei fatti oggettivi è un costosissimo doppione che con la sua applicazione ha creato e crea costi, problemi e nessun beneficio, anzi certifica e promuovere le aziende estere. Ora tocca alla commissione la scelta se perseverare nell’errore e continuare a mettere cerotti su un barca da buttare. O fare la cosa più opportuna politicamente, o invece fare l’unica cosa giusta attivandosi per abrogarla al più presto, insomma una questione di coscienza.