La risposta all’iscrizione della sicurezza alimentare nella Costituzione è stata un “SÌ” deciso e inelut-tabile. Una netta maggioranza della popolazione svizzera, con un risultato eccezionale in Ticino, vuole dunque un approvvigionamento di derrate alimentari di qualità provenienti da un’agricoltura indigena forte. Il mandato conferito oggi a Consiglio Federale e Parlamento, così come all’amministrazione federale, è chiaro: si deve proteggere al meglio le terre coltivabili e adottare delle misure che diano alle aziende agricole a conduzione famigliare, garanti di una produzione sostenibile, una retribuzione suf-ficiente ed equa, adeguata al lavoro che svolgono ogni giorno. In altre parole, bisogna mantenere la protezione e i dazi doganali, introdurre dei criteri di sostenibilità anche per le importazioni e rafforzare la posizione dei produttori nella filiera di creazione del valore aggiunto.
Il popolo svizzero si è pronunciato oggi, con una nettissima maggioranza, a favore del nuovo articolo 104a iscrivendo così la sicurezza alimentare nella Costituzione svizzera. Una campagna che si basava su delle necessità concrete e che è iniziata nel 2014 quando l’Unione Svizzera dei Contadini (USC), in un tempo record di soli 3 mesi, aveva raccolto più di 150’000 firme a favore della sua iniziativa popolare sulla sicurezza alimentare. Il risultato odierno dimostra come i cittadini siano coscienti delle sfide mondiali e nazionali future e di come vogliano apportare il loro contributo agli sforzi che saranno necessari per risollevarsi. La sicurezza alimentare non è scontata, i terreni coltivabili limitati e le esigue risorse, come per esempio l’acqua, devono produrre cibo sufficiente per sempre più persone. Anche il cambiamento climatico rende sempre più incerta la produzione. Per garantire la sicurezza alimentare, ogni paese deve prestare attenzione ad una produzione sostenibile promuovendo di conseguenza l’approvvigionamento indigeno. La Svizzera, oggi, è verosimilmente il primo paese al modo ad aver effettuato questo passo con successo. La prossima tappa, altresì fondamentale, consisterà nel concretizzare il voto popolare e metterlo in pratica nella vita di tutti i giorni.
Per l’USC il nuovo articolo dovrà fungere, d’ora in poi, da linea guida e obiettivo per tutte le modifiche di leggi e ordinanze che incidono sul settore agricolo e agroalimentare del nostro Paese. Si tratta di imple-mentare le basi necessarie alla produzione e in particolare alla conservazione dei terreni coltivabili. L’obiettivo formulato dal Consigliere Federale Johann Schneider-Ammann davanti alle Camere Federali, che consiste nel garantire un milione di ettari di terre coltivabili a lungo termine, ed un auto-approvvigionamento di ca. il 60%, serve da valore indicativo. Bisognerà adesso affrontare le sfide future incoraggiando una produzione indigena efficiente per le risorse, adattata alle condizioni locali e impronta-ta sulle esigenze di mercato e dei consumatori. Tale produzione mira a garantire alla popolazione svizzera, anche in futuro, il beneficio di un’autosufficienza alimentare la più alta possibile, preservando terre, acqua, aria e biodiversità. Questo potenziamento, che mira anche a una sostenibilità sociale ed economica, richiede un incremento del valore aggiunto destinato alle aziende agricole a conduzione famigliare del Paese, e lo sviluppo di una collaborazione equa per tutto il settore agroalimentare. Senza una remunera-zione dignitosa, l’evoluzione strutturale negativa proseguirà e purtroppo subirà anche una forte accelera-zione, alla stregua di quanto sta già avvenendo nelle aziende produttrici di latte. La sostenibilità economi-ca presuppone però come condizione inderogabile il mantenimento della protezione doganale almeno al livello attuale. Implica anche dei criteri di sostenibilità per nuovi accordi commerciali internazionali con lo scopo di promuovere il commercio equo e la produzione rispettosa dell’ambiente anche all’estero (vedi per esempio la problematica dell’olio di palma). Bisogna ridare al cibo il suo valore essenziale, riducendo al contempo lo spreco alimentare.
L’USC è pronta e vuole dare il suo contributo per un’agricoltura indigena del futuro basata su una nuova politica agricola a lungo termine (PA22+), che tuteli e rafforzi il settore e tenga conto anche della sosteni-bilità, garantendo in questo modo la sicurezza alimentare di tutta la popolazione.
Per informazioni:
Sem Genini, Segretario agricolo cantonale Unione Contadini Ticinesi (UCT) e membro del Comitato a favore dell’iniziativa (www.sicurezzaalimentare.ch); sem.genini@agriticino.ch