Soddisfazione e motivazione sono i sentimenti prevalenti con cui sono stati accolti dal mondo vitivinicolo ticinese i risultati dell’indagine sui residui fitosanitari nel vino, presentati oggi dall’associazione dei chimici cantonali svizzeri. Soddisfazione, perché tutti i vini ticinesi analizzati sono risultati a norma, e motivazione a proseguire con rinnovato impegno il percorso verso una produzione sempre più naturale avviato da alcuni anni dai viticoltori nostrani.
Tutto in regola ma con potenziale di miglioramento: l’esito della più vasta analisi sui residui fitosanitari nei vini mai svolta a livello svizzero è di quelli confortanti per il vino ticinese, ma non al punto da spingere qualcuno a sedersi sugli allori. D’altronde il controllo dei residui di prodotti fitosanitari non è certo una novità per il settore, come spiega Andrea Conconi, Direttore di Ticinowine e portavoce dell’intera filiera “L’IVVT (Interprofessione della Vite e del Vino Ticinese) associazione mantello del settore in Ticino, lavora da tempo a stretto contatto con il laboratorio cantonale. Ogni anno si eseguono circa 40 controlli sistematici e numerosi controlli “privati” su richiesta di singoli produttori. Studiamo anche medesimi vini ma di annate diverse, per verificare se le condizioni climatiche influenzano i risultati di laboratorio”.
“L’analisi è soltanto il primo pilastro su cui poggia la strategia del mondo vitivinicolo ticinese per la riduzione dell’utilizzo dei prodotti fitosanitari”, continua Conconi, “il secondo è la costante formazione dei viticoltori sulle buone prassi per l’utilizzo di tali prodotti. Giornate informative, corsi, volantini, blog, newsletter sono solo alcuni degli strumenti messi in campo. Il Ticino viticolo è estremamente frammentato e per questo è importante sensibilizzare tutti”.
Nel terzo elemento della strategia ticinese le novità tecnologiche svolgono un ruolo crescente: “Oggigiorno sono dislocate sul territorio centraline meteorologiche per aiutare i viticoltori a valutare in tempo reale i rischi in vigna. In pratica, un produttore può sapere se nella sua area, in un dato momento, vi sono le condizioni climatiche adatte al proliferare di insetti dannosi o malattie della vigna, permettendogli di utilizzare il prodotto fitosanitario solo e quando strettamente necessario per proteggere le uve”, conclude il Direttore di Ticinowine.
L’impegno messo sul terreno per una viticoltura sempre più sostenibile in Ticino è dunque rilevante, anche se l’ottenimento di risultati concreti non può che prescindere dal gioco di squadra. Per questo viticoltori, produttori e commercianti collaborano costantemente, anche attraverso gruppi di lavoro ad hoc, con la sezione agricoltura, Agroscope e gli altri attori della filiera. Altrettanto importante è che la Confederazione stia allestendo un piano d’azione nazionale per l’utilizzo dei prodotti fitosanitari, il quale non potrà che dare ulteriore slancio alle iniziative locali.