Ieri sera, tardi, ci siamo soffermati sulla trasmissione citata dove vi erano alcuni giovani che discutevano su loro rivendicazioni sul tempo libero. Ospite il resp. per l’ufficio giovani del Cantone Ticino, con capelli grigi. Ne abbiamo sentito di tutti i colori, da giovani delle valli a giovani delle città, dove, a loro detta a Milano vi è grande fermento per dare la possibilità ai giovani di passare il tempo libero. Facciamo un balzo indietro, e i genitori di questi giovani andavano nelloro tempo libero all’oratorio, uunica possibilità per andare a giocare a pallone, vedere cinema e svagarsi con giochi di società . Era un’altra chiesa, erano altri genitori ed eravamo altri giovani. Ci avevano insegnato a divertirci con poco: il bastone di hockey da noi era fatto con due pezzi di legno trovati nel bosco e ci divertavamo. Oggi, e i figli di chi vi scrive lo testimoniano, per giocare ad hockey nel tempo libero si compera il bastone da hockey di almeno 200 franchi, e che sia elastico e bla bla bla. Nelle famiglie dove il soldo non gira come l’acqua dal rubinetto, si chiede ai figli di fare in contropartita dei lavoretti in casa, niente di ché, ma tanto per educare al consumismo i nostri figli. Andare all’oratorio costava forse venti centesimi un acqua minerale… A sentire i giovani in TV ieri sera abbiamo fatto dei parallelismi, antipatici da fare ma necessari. Allora se ritorniamo ai tempi dei centri giovanili autogestitti, 40 anni fa, eravamo noi giovani che ci attivavamo per cercare di occupare il tempo libero e non con i cannoni ma con attività socialmente utili, dove anche ci divertavamo. Insomma sei i giovani ricchi, perché dietro a questi giovani vi sono dei genitori, che magari hanno loro stessi difficoltà, ma il giro di una società senza valori impone di non essere secondi a nessuno e magari per non far sfigurare i propri figli, si fanno sacrifici enormi. Forse questi giovani devono cominciare a capire che la vita non è ovattata e che se loro hanno l’abbonamento annuale per i mezzi pubblici, qualcuno lo ha pagato. Ecco in fondo dalla trasmissione traspare come la gioventù di città forse è più viziata di quella delle valli, mentre nelle valli i giovani, che non hanno nulla o poco, si sanno ingeniare maggiormente. Che poi sia necessario un ufficio per giovani questo ci fa ridere, doppiamente quando questo ufficio è gestito da persona con i capelli grigi, non per la persona, ma di certo anche chi vi scrive difficilmente saprebbe comprendere bene le tematiche e le vere necessità dei giovani. Oppure che i giovani si guardino dentro loro stessi per capire che forse dovrebbero ridimensionarsi e che magari una bella scampagnata in compagnia è molto meglio che rincoglionirsi al bar tutte le sere a tirare birre e sigarette (quando sono solo sigarette). Di certoieri sera in trasmissione i giovani delle valli sono usciti come i veri vincitori mentre i vari cittadini dimostrano un’apatia tale capaci solo di criticare. Alla domanda finale della conduttrice che chiedeva concretamente proposte ai giovani è calato il silenzio assoluto. Eccoci, forse molti giovani, figli di papà, perché quelli presenti sono figli di papà, sono anche i peggiori esempi per portare proposte. Intervistiamo magari anche altri giovani, di famiglie di operai, riscontreremo un tessuto sociale diverso con molti più valori e riconoscenza in una società che per i giovani fa molto, altro che storie, ma poi spetta anche i giovani dare il loro contributo e qui forse casca l’asino. (ETC/rb)